Generale e uomo politico italiano. Partecipò alla prima guerra
d'indipendenza. Ministro della Guerra, dopo Novara, fu nominato commissario
straordinario a Genova, insorta. Nel 1849, durante il primo gabinetto d'Azeglio,
fu chiamato di nuovo a reggere il ministero della Guerra. Riordinò le
ferme, introdusse il reclutamento nazionale, rammodernò le fortificazioni
e le fece presidiare da truppe non appartenenti a quelle di prima linea. Nel
1855 gli fu conferito il comando in capo della spedizione di Crimea e, al
ritorno, riprese il portafoglio della Guerra, col grado di generale d'armata.
Nel 1859 fece parte del quartiere generale del re. Dopo l'armistizio di
Villafranca, successe al Cavour dimissionario. Nel 1860, passò a
comandare il dipartimento di Milano e l'anno seguente quello di Napoli. Tornato
alla presidenza del Consiglio, dopo le elezioni del 1865, si dimise, ma il re
gli rinnovò l'incarico di formare il nuovo ministero. Alla vigilia della
guerra del 1866, assumeva il comando effettivo dell'esercito. Ma nel corso della
campagna, ebbe un atteggiamento incerto, debole e contraddittorio, soprattutto
in occasione della battaglia di Custoza e venne sostituito dal generale Cialdini
(Torino 1804 - Firenze 1878).